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Mi chiamo Alberto Grandi, classe 1994. Sono laureato in Filosofia e in Scienze Filosofiche concludendo il percorso con lode e proseguendo con un dottorato di ricerca in ambito Gender Studies, che attualmente sto seguendo con l’Università di Bari.
Dal 2019 ho pubblicato due romanzi di fantascienza-filosofia intitolato “Cronache di un Mesotes”, che ha lo scopo di avvicinare in maniera alternativa alla materia e a temi sociali.
Inoltre, dal 2022, è disponibile anche il mio primo saggio di filosofia morale, che vede l’analisi critica dei processi sociali sul fondo degli atti discriminatori, con lo scopo di ribaltarli e combatterli. Il testo è edito Santelli Editore e si intitola: “Per una lotta alle discriminazioni. L’influenza sociale nella costituzione dell’Io e del Noi”.
La scrittura e l’esperienza del dottorato mi stanno permettendo di trattare temi sociali importanti e “caldi”, quali le discriminazioni e gli studi di genere, partecipando a diversi congressi e seminari in tutta Europa. Con i miei testi cerco di fungere da cassa di risonanza per avvicinare più persone possibili a queste cause.
INTERVISTA
Cosa l’ha spinta ad intraprendere la carriera di scrittrice/scrittore e come ha scoperto la sua passione per la scrittura?
L’idea di trasportare su carta le storie che mi divertivo a creare nella mia immaginazione c’è sempre stata, ma il coraggio è arrivato solamente durante il mio periodo universitario, grazie al sostegno di un professore di filosofia morale. L’idea era infatti quella di imbrigliare gli studi filosofici che maggiormente mi appassionavano, alle avventure fantasy create durante l’adolescenza.
Lo scopo della saga fantascientifica Cronache di un Mesotes incarna proprio questo obiettivo, portare brevi concetti e pillole filosofiche – non con la pretesa di insegnare ma solo avvicinare e incuriosire – attraverso una narrazione fantasy e, dunque, con modalità non saggistiche. Man mano che questo progetto avanzava, trovando anche un discreto supporto da parte dei lettori e lettrici, la mia passione per la scrittura alimentava sempre di più, arrivando a chiudere una trilogia che vede non solo una crescita a livello narrativo e di personaggi, ma anche di riflessione filosofica – mantenendo sempre, tuttavia, la volontà di non insegnare ma solo mostrare tali tematiche.
A oggi, ciò che continua a spingermi a scrivere, nonostante le difficoltà che tutte le persone che scrivono riscontrano (come il grosso tempo usato per i testi, lo scarso riconoscimento generale nel gigantesco e caotico panorama editoriale nazionale, le difficoltà ad emergere e via dicendo), è la speranza di riuscire ad avvicinare più persone possibili ai temi filosofici – quindi alla riflessione interiore, sociale e critica – poiché sono fermamente convinto che i libri debbano non solo suscitare emozioni ma trasmettere messaggi studiati e liberi. L’essenza di un libro, nonché il suo cuore, secondo me, è portare il lettore a riflettere liberamente e a conoscere sé attraverso il testo, trovando sempre sfaccettature nuove a ogni rilettura.
Come riesce a costruire i suoi personaggi? Si ispira a fatti realmente accaduti o è tutto frutto della sua mente?
Quasi tutti i personaggi principali sono creati da me a partire da macro concetti filosofici. Ad esempio gli Psykines (una specie aliena importante di Cronache di un Mesotes) sono l’incarnazione del “fisicalismo” mentre le Cheimatos una fusione tra taoismo e strutturalismo. da lì poi caratterizzo il personaggio specifico in base a come voglio che esso si relazioni alla propria specie. Syxas ad esempio, uno Psykines, rappresenta il conflitto di una persona che ha assunto il suo sistema culturale ma non lo accetta, portandolo a diverse situazioni di frustrazione e rabbia.
Altri personaggi invece sono rappresentazioni personali di personaggi storici riadattati al mondo specifico del cosmo di Cronache di un Mesotes. Un esempio può essere Tecraso, trasposizione del Socrate platonico, oppure Aurelius, prodotto a partire dallo stoico imperatore romano Marco Aurelio.
Per quanto riguarda il protagonista, invece, rappresenta principalmente il ragazzo in fase di crescita e studio, che evolve a partire dagli incontri, riflessioni e conflitti che affronterà durante il viaggio (cercando di discostarmi, tuttavia, dalla modalità del “viaggio dell’eroe”).
Ricorda i primi libri che ha letto? C’è un libro o un autore in particolare che l’ha influenzata nel suo processo creativo?
Per quanto riguarda letture fantascientifiche e fantasy io sono legato principalmente ai grandi nomi della storia, come Lem, Herbert e Tolkien, ma la mia più grande influenza deriva sicuramente da Platone e dai suoi dialoghi. Quest’ultimo infatti non mi ha solo ispirato in particolari scambi “filosofici”, ma anche in termini di modalità di scrittura, di creazione del contesto e dell’apparato secondario. La “forma-dialogo” è infatti quella centrale nella trilogia.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Per quanto concerne la scrittura vorrei continuare a produrre testi con questa modalità narrativa “filosofica”, restando sempre nell’universo Cronache di un Mesotes, ma con libri autoconclusivi e “sganciati” l’uno dall’altro, permettendo la possibilità di leggerli singolarmente. C’è anche in cantiere un fumetto spin-off, sempre interno a Cronache, che narrerà le avventure di un mercenario reclutato durante il periodo della guerra esposta durante la trilogia.
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